27.06.2016: Il ministero dello Sviluppo economico ha emanato il decreto per l’incentivazione delle rinnovabili diverse dal fotovoltaico. Il decreto mette a disposizione, a regime, 400 milioni l’anno per vent’anni. Verrà comunque rispettato il tetto complessivo di 5,9 miliardi di euro di spesa annui. Gli incentivi saranno assegnati tramite aste al ribasso differenziate per tecnologia per impianti di grandi dimensioni (> 5 MW), mentre per impianti più piccoli ci sarà l’iscrizione ai registri. All’eolico sono stati concessi 890 MW incentivabili tra in-shore e off-shore, 120 MW al solare termodinamico, 90 alle biomasse, 80 all’idroelettrico, 50 rispettivamente a rifiuti e geotermico. Nel presentare il decreto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto sottolineare l’impegno futuro di Eni, Enel e Terna, aziende a partecipazione statale, nel settore delle rinnovabili. Eni ha pubblicato di recente un bando di gara per l’installazione di 74 megawatt fotovoltaici in Italia.
Nel frattempo in Commissione Attività produttive al Senato si sono discussi gli emendamenti al ddl Concorrenza, Le opposizioni e diverse associazioni hanno lamentato la bocciatura di alcuni emendamenti presentati e sostenuti dalle associazioni. Un comunicato congiunto di Codici Associazione Consumatori, Italia Solare, Greenpeace, Legambiente e WWF lamenta come «Per ridurre gli oneri di sistema a carico dei consumatori e permettere il pieno accesso delle fonti rinnovabili nel mercato, le associazioni hanno sostenuto la presentazione di alcuni emendamenti, in particolare in materia di rimodulazione delle componenti fisse e variabili degli oneri di rete e di sistema. Tali emendamenti sono stati affossati».
«Il mancato recepimento di questi correttivi legislativi rischia di generare un forte incremento delle bollette degli italiani, derivante dal fatto che oltre alla fine della tutela, in quello che viene definito il “Libero Mercato”, c’è il rischio di un continuo incremento degli oneri di sistema per continuare ad aiutare lobby di ogni tipo (industrie energivore, grandi utilities, petrolieri…)».
Le associazioni chiamano direttamente in causa il Partito Democratico colpevole, si legge di essersi schierato a favore dell’energia fossile degli incrementi nei costi delle bollette, dopo tanti proclami ambientalisti e di tutela dei consumatori.
«Chiederemo di riproporre in aula gli emendamenti, sapendo comunque di avere sostegno di molti senatori – dichiarano le associazioni. La definitiva bocciatura in aula di questi provvedimenti non passerà inosservata. Gli italiani vogliono le energie rinnovabili e sono stanchi di pagare con le loro bollette tutto, tranne l’energia che consumano».